domenica 8 maggio 2016

Madri.




Giornata assai impegnativa oggi. Giornata che si presta ad essere letta con molte chiavi diverse, giornata di riflessioni variegate ma tuttavia legate tra loro. Oggi tre eventi molto intensi si sono intersecati: la festa della mamma, la Marcia per la vita e la giornata di preghiera per Aleppo. Un denominatore comune caratterizza questi tre eventi, quello della scomodità, considerando il  trend della società odierna. 
Non sono mancate, come da copione,  le solite uscite di pseudo-rispetto per le famiglie "nuove", come nella scuola di Torino in cui la festa della Mamma è stata soppiantata dalla "festa di chi ti vuole bene". Assistiamo allo stesso circo del 19 Marzo e alla stessa disonestà intellettuale. Con questo cavallo di Troia del "non discriminare nessuno" e di "lasciare libertà di scelta ai bimbi", leitmotiv ricorrente in queste occasioni, si sta attuando un'opera assai subdola di distruzione della figura genitoriale e ciò è sempre più palese ai nostri occhi.  La distruzione della figura materna sta passando dal sistema educativo, fin dall'inizio, con i vari "genitore 1 e 2" e questa festa amorfa di "chi ti vuole bene" che svaluta totalmente il ruolo materno. 
Per non discriminare nessuno basta un po' di buon senso accompagnato magari da fantasia e creatività educativa. 
Ci sono famiglie "nuove" con due mamme? Allora i bimbi faranno due lavoretti.
Ci sono famiglie "nuove" con due papà? Allora i bimbi potranno dedicare un lavoretto ad una mamma presente nell'entourage familiare, come nonne, zie, madre surrogata.
Ci sono orfani? I bambini potranno dedicare un ricordo alla propria mamma, una poesia, una canzone, una lettera.
La mamma, infatti,  non è uno stereotipo, ma è una realtà, biologica, concreta, viscerale. Le situazioni nella vita di oggi sono sempre più variegate, allargate, sbilanciate, frutto dei cambiamenti della società, e di questo ne sono consapevole. Tuttavia, il voler demolire la festa della mamma, non porterà certo un vantaggio ai bimbi che vivono contesti "non tradizionali". A mio avviso, per un effetto paradosso, questa dissociazione dalla realtà dovuta alla negazione e alla svalutazione del ruolo materno, li emarginerà molto di più. Come si può vivere ed affrontare serenamente una situazione senza tener conto della realtà della maternità?
Essere mamma è sempre più ostacolato anche dalla società, e dalle politiche (anzi dalla mancanza di politiche) per la famiglia. Una società che non promuove e custodisce la maternità è una società destinata a morire. E qui arriviamo al secondo evento di oggi: la marcia per la vita. La mia intenzione non è quella di fare un comizio anti-abortista, ma è quello di cercare di ragionare. 
Questo è un discorso più che delicato, in cui bisogna avere grande rispetto e sensibilità, per tutti gli esseri umani coinvolti. Qui non si tratta di giudicare o di puntare il dito, ma di ragionare. Personalmente credo che l'aborto sia un grandissimo inganno culturale, portato avanti da governi che non vogliono o non sono in grado di elaborare gli aiuti necessari ai cittadini in difficoltà. Per dirla più trucida: governi che non vogliono spendere. E' infatti economicamente più conveniente (e più comodo) lasciare abortire una donna che darle i mezzi per vivere dignitosamente. E' più comodo lasciare una donna nel suo isolamento e disperazione che fornirle una rete di sostegno psicologico e di supporto materiale. E' molto più comodo per il sistema sanitario indurre una donna ad abortire che affrontare una gravidanza difficile. Troppo spesso infatti i medici consigliano l'aborto non solo per patologie "gravi", ma anche per semplici "sospetti" o eventualità, terrorizzando le future mamme. Di questo ne ho testimonianze dirette. Dobbiamo considerare inoltre il fatto che nessuno parla del nascituro, come se non esistesse e come se non avesse un'identità. Dobbiamo interrogarci anche sugli aborti selettivi, in base al sesso e alle condizioni di salute. Che differenza c'è tra questi e i genocidi tanto condannati dalla società? Il discorso è molto sfaccettato e denso di risvolti, intriso di interessi economici e realtà scomode da affrontare, come gli interessi economici che stanno dietro a tutto ciò.
Altra realtà scomoda, altra morte, altra maternità ferita: la guerra in Siria. Scomoda perché ci ricorda che non tutti i morti sono uguali. Scomoda perché in fondo non possiamo non interrogarci sul ruolo che ha il nostro paese (insieme ai fratelli europei) su questo scempio. Mi  ritornano in mente le parole della mia madrina Libanese che lavora per i rifugiati. "Ci dicono che noi mediorientali con gli immigrati stiamo cambiando e peggiorando il volto dell'Europa. Io rispondo che piuttosto è stata l'Europa a rovinare il Medio - Oriente con la vendita delle armi". Una nuova chiave di lettura per un paese pieno di morti per i quali non piange più nessuno. 
Molte e impegnative le chiavi incontrate oggi. L'ultima, la più bella, le ricapitola tutte, legando con un filo d'oro i tre eventi di oggi.
Tornando a casa incontro davanti al cancello di casa una mia vicina assai anziana che ha perso il figlio per un infarto. Amo profondamente parlare con le persone, perché hanno sempre perle da darti e mi soffermo a chiacchierare. Con le lacrime agli occhi, mi chiede, cuore a cuore "Come può una madre sopravvivere alla morte di suo figlio?"
Questo il filo conduttore, questa la chiave. Nessuna donna sopravvive alla morte del proprio figlio. Nessuna donna è la stessa dopo la morte del proprio figlio. Questo, sono convinta che valga sempre, in caso di morte naturale o aborto, per figli che possono essere appena concepiti, bambini o adulti, persi nelle più disparate circostanze della vita. Una di queste è la guerra in Siria, che sta mietendo vittime tra i bambini. Voglio ricordare  le mamme di Aleppo, nell'incertezza della vita in ogni istante. Quanto può essere grande il dolore di una madre che non può dare ai suoi figli la certezza di una vita sicura, protetta, nell'impotenza di preservare e custodire il bene più grande che ella stessa ha donato loro: la vita.  
E concludo abbracciando tutte le mamme:
Abbraccio la mia mamma che mi ha sempre incoraggiato in tutto, 
abbraccio le mamme che hanno avuto aborti spontanei, nel dolore della perdita di un figlio desiderato e atteso, 
abbraccio le mamme che hanno abortito per mancanza di sostegno, economico ed affettivo, che si sono sentite obbligate a questa scelta,
abbraccio le mamme che hanno abortito figli con malattie perché spaventate o fuorviate da medici, o non supportate dai compagni,
abbraccio le mamme che semplicemente hanno scelto di abortire perché non volevano essere mamme,
abbraccio tutte le mamme che hanno perso i loro figli a causa di malattie, incidenti e morti improvvise,  
abbraccio tutte le mamme di Aleppo, nella speranza che questa strage di figli possa presto finire, 
abbraccio tutte le mamme, indistintamente  perché hanno albergato in loro una scintilla di vita, anche solo per un attimo, e per questo saranno mamme per sempre.


(1)
http://www.lastampa.it/2016/05/07/cronaca/la-scuola-di-torino-che-ha-abolito-la-festa-della-mamma-JZ8hpdWsOtfLT7wmG7UKEJ/pagina.html