venerdì 1 dicembre 2017

A come abbraccio, la via più breve tra due cuori ...






Maria Rosanna Cafolla Abbracciami Puntasecca su PVC 


Dedicato a Michele 
i cui abbracci hanno cambiato la vita di molte persone... inclusa la mia. 
 Possiamo solo cantarti  con tutto il cuore quel canto che ti piaceva tanto, anche in arabo 
  ...  شكرا
Grazie, infinitamente Grazie per tutto quello che gratuitamente hai dato. 


Si fa presto a dire abbraccio. Un semplice gesto da sempre presente dell'espressione dell'affettività dell' "essere umano", una manifestazione fisica che ha effetti benefici riconosciuti sia a livello corporeo che psicologico (come per esempio il rilascio di endorfine).(1)
L'abbraccio si può manifestare in vari modi. Possiamo avere un  abbraccio integrale o chiamato anche "fagocitotico"; abbraccio "aperto" stile mamma chioccia, un abbraccio "multiplo" per creare unità e spirito di gruppo in vari ambienti; un  abbraccio di perdono o riconciliazione dopo un conflitto; un abbraccio che supera le incomunicabilità, per esempio quando qualcuno manifesta segni di crisi emotive e infine l'abbraccio passionale che fa risalire energie vitali sopite. Sarebbe infatti più coretto parlare di "abbracci" invece che di "abbraccio".





Ad una riflessione più profonda ed attenta  l'abbraccio è un paradigma che declina una vastissima gamma di realtà, a più livelli.
In questo percorso, spazieremo tra cellule, arte, cosmo e spiritualità cercando di "abbracciare l'abbraccio " in tutti i suoi significati.


L'abbraccio: creazione di uno spazio vitale


Volendo volare con la mente e riflettere sul significato esteso della parola "abbraccio", possiamo sottolineare in esso il concetto di "circondare" o "cingere". Come biologa, la prima cosa che mi viene incontro nei miei pensieri a tal proposito è la cellula, che altro non è che una delimitazione di uno spazio chiuso, un microcosmo dove è possibile intraprendere il primo passo verso l'esistenza.
D'altronde, ai primordi della vita, con una visione un po' "Biosofica" o "Biopoetica", la cellula è nata da un abbraccio, o meglio da una schiera ordinata di molecole che si "abbracciano".
Mi spiego meglio: tutti noi sappiamo che la membrana che delimita le nostre cellule, la membrana cellulare, permette l'instaurarsi di un ambiente chiuso  che contiene tutti gli organuli necessari per la vita cellulare. Se dissotterriamo le rimembranze liceali, molti ricorderanno che questa membrana è formata da una schiera di molecole chiamate fosfolipidi, formate da una "testa" e da una "coda" che si dispongono una di fronte all'altra per un  gioco di interazioni chimiche. Queste "code" fin dai tempi dell'Università, mi hanno sempre ricordato due braccia che protendono verso altre braccia.


Raffigurazione di una membrana plasmatica 

Insomma, tante molecole che protendono nell'abbracciarsi disposte in una schiera ordinata che delimita l'unità fondamentale della vita. Proseguendo la metafora biologica, possiamo dire che così come la cellula è l'unità fondamentale della vita, l'abbraccio è l'unita fondamentale della nostra affettività.
Come tante cellule vanno a formare dapprima tanti tessuti e in seguito tanti organi, i nostri abbracci nel corso della nostra vita vanno a formare un vero e proprio tessuto esistenziale, un "humus" da cui nasceranno e svilupperanno e intesseranno gli elementi fondamentali del nostro Essere, quali accettazione e riconoscimento della nostra identità, autostima, espressione dei nostri sentimenti.

Il primo abbraccio non si scorda mai. 

A ben pensarci tutti noi proveniamo da un abbraccio. L'abbraccio di chi ci ha generato, l'abbraccio fecondo dei nostri genitori. Da quell'abbraccio intriso di eros, passione e fecondità, nasce una relazione che rimarrà unica ed imperitura. L'abbraccio materno nel grembo femminile è un abbraccio pieno, totalitario, intessuto da scambi continui tra madre e figlio. Un lungo abbraccio di nove mesi, nel quale tutto il corpo partecipa alla creazione di un ambiente vitale. Un dialogo ininterrotto con un linguaggio sorprendente, inaspettato. In questa comunicazione tra due interlocutori che non si vedono ma si sentono e si vivono vicendevolmente, lo scambio di informazioni si manifesta con un flusso ininterrotto di molecole chimiche, sentimenti, emozioni: è l'abbraccio è vita, è creazione di un microcosmo di pace, sicurezza, serenità.
Come dimenticare l'abbraccio materno? Un abbraccio viscerale che negli anni non perde mai il suo sapore ancestrale.



 

L' abbraccio ispira, dalla poesia all'architettura passando per la pittura.

L'abbraccio ha da sempre ispirato poeti, pittori, artisti di ogni tipo.Vista la sua grande potenzialità comunicativa, l'abbraccio rappresenta una eccellente raffigurazione di una lunga serie di messaggi da trasmettere, come amore, accoglienza, ascolto, perdono. I significati di un abbraccio possono essere vari, come ci ricorda Pablo Neruda.



Quanti significati sono celati dietro un abbraccio? 

Che cos’è un abbraccio se non comunicare, condividere

e infondere qualcosa di sé ad un’altra persona?

Un abbraccio è esprimere la propria esistenza
a chi ci sta accanto, qualsiasi cosa accada,
nella gioia e nel dolore.
Esistono molti tipi di abbracci,
ma i più veri ed i più profondi
sono quelli che trasmettono i nostri sentimenti.
A volte un abbraccio, 

quando il respiro e il battito del cuore diventano tutt’uno, 
fissa quell’istante magico nell’eterno. 

Altre volte ancora un abbraccio, se silenzioso,

fa vibrare l’anima e rivela ciò che ancora non si sa

o si ha paura di sapere.
Ma il più delle volte un abbraccio
è staccare un pezzettino di sé
per donarlo all’altro
affinché possa continuare il proprio cammino meno solo”
Pablo Neruda“Poesie D’Amore E Di Vita”



Innumerevoli sono gli artisti che hanno raffigurato di abbracci. Abbracci tra amanti, tra madri, come quelli meravigliosi e variopinti di Klimt. Abbracci di tenerezza, che esprimono tutta quella morbidezza, propensione alla cura e protezione di cui solo le madri sono capaci.






Abbracci di perdono, riconciliazione, come quello tra padre e figlio di Rembrant, prendendo spunto dalla parabola del figliol prodigo. Abbracci mascolini pudici, riservati come da codice di intimità maschile prevede, ma non per questo meno commoventi  












Ma l'abbraccio non si limita ad essere rappresentato solo con pittura e scultura. Possiamo estendere il concetto di abbraccio ad una dimensione più ampia che considera non solo due singoli ma una dimensione collettiva e sociale. Un esempio pratico di ciò è nella nostra splendida città di Roma. 
Ogni turista che si affaccia a piazza San Pietro, si sente dire che il colonnato è stato costruito come simbolo dell'abbraccio della Chiesa nel mondo. Questa bella immagine poetica, è solo la punta dell'iceberg. In un bell'articolo di Antonio Venditti (1), vengono spiegate le intenzioni del Bernini. Non solo un abbraccio tout court di accoglienza, ma l'abbraccio di San Pietro crocefisso con la cupola per mitra in quanto primo Vescovo. Insomma, come dire, la Chiesa sofferente nel sangue dei martiri  che abbraccia l'Umanità anch'essa sofferente. 





schizzo del Bernini (2)



Abbraccio e spiritualità: il circolo della Vita. 

In diverse religioni, sono numerosi i riferimenti sia diretti che indiretti agli abbracci. I devoti della Madonna meditando i misteri del Santo Rosario non fanno altro che contemplare una serie di abbracci: l'abbraccio caritatevole tra Maria e Santa Elisabetta, l'abbraccio materno e paterno della Sacra Famiglia alla nascita di Gesù bambino, l'abbraccio di Simeone nella presentazione di Gesù al tempio, l'abbraccio che indubbiamente hanno dato i genitori di Gesù al loro figlio ritrovato tra i dottori del tempio dopo averlo smarrito per tre giorni, l'abbraccio pietoso di Maria deponendo il corpo del suo Divin Figlio dalla Croce.

Beato Angelico - La visitazione 

La natura circolare poi dell'abbraccio apre la mente a una serie di riflessioni,che ci possono portare a una miriade di accostamenti e speculazioni. Ci basti pensare per esempio alla simbologia in alcune religioni orientali per esempio nei Mandala o alla danza del Cosmo dei Sufi.


Abbracciami. M.R Cafolla 




La circolarità dinamica dell'abbraccio come la immagino io trova esatta rappresentazione in "Abbracciami" di Maria Rosaria Cafolla. Questo guizzo dinamico e tondeggiante sembra quasi voler avviluppare e custodire le più intime emozioni, come a voler iniziare un ciclo di un movimento attivo e vitale. "Abbracciami" sembra voler avvolgere la nostra più profonda interiorità, portandoci ad un sentimento di confidenza e di abbandono come se fossimo rilassati in braccia familiari. Questo tema della circolarità e del dinamismo lo ritroviamo nei danzatori Sufi. La simbologia di questa danza non è solo data dal luogo comune collettivo di "arrivare all'estasi". Si tratta anche di un esercizio di auto-consapevolezza di sé e di acquisizione di un'imperturbabilità interiore. I danzatori Sufi, come potete vedere nel video, iniziano la loro danza con una posizione in cui ciascuno abbraccia se stesso, con la mano sinistra sulla spalla destra e con la mano destra sulla spalla sinistra.




Solo dopo essersi abbracciati aprono le loro braccia quasi a voler avvolgere a loro l'universo intero, insegnandoci così che solo dopo aver preso consapevolezza del nostro Io più profondo possiamo aprirci in abbracci cosmici. Il gesto di abbracciare se stessi è infatti propedeutico per poter abbracciare il prossimo. Come dire: abbracciarsi per abbracciare, accogliersi per accogliere, amarsi per amare ricordando il detto Evangelico "Ama il prossimo tuo come te stesso" che possiamo riformulare per estensione "abbraccia il prossimo tuo come abbracci te stesso". In questo modo riscopriamo ancor di più l'importanza del prenderci cura di noi per poter dare il meglio, in modo tale che i nostri abbracci possano  fare la differenza e dare qualcosa di veramente consistente, qualcosa di profondo che possa cambiare la vita delle persone. Riferendoci al testo presente nel video, possiamo dire che :

"La vera storia di un abbraccio è tutta interiore". 

Uomini speciali per abbracci speciali 

All'inizio di questa riflessione, ho nominato Michele. Quest'articolo infatti è nato per ricordarlo ad un anno dalla sua morte. Molti si chiederanno chi fosse, ma non credo sia importante o opportuno lanciarmi in questa sede in ricordi stucchevoli. Non basterebbe un'enciclopedia per ricordare quello che ha rappresentato non solo per me ma per tantissime persone.
Credo sia invece importante ricordare e ricordarci che ci sono uomini speciali per abbracci speciali. Ci sono uomini che riescono con un abbraccio consapevole e sincero ad aprire i cuori, consolare dolori più profondi, accogliere gli esclusi o chi si sente tale.
Ci sono uomini che hanno fatto dell'abbraccio un vero e proprio canale comunicativo privilegiato, un linguaggio non verbale efficace più di mille parole. Ci sono uomini che con un abbraccio riescono ad anticipare l'espressione di bisogni affettivi e necessità emotive nei più piccoli fremiti. Michele era uno di questi. In tanti anni, l'ho visto dispensare abbracci generosi ad una miriade di persone: bimbi, giovani, vecchi, ad ognuno con la massima cura e dedizione, facendoci sentire unici e irripetibili e insegnandoci che  l'abbraccio è la via più breve tra due cuori.

Quando perdiamo qualcuno di caro, oltre al dolore del distacco emotivo c'è il dolore per la mancanza dei piccoli gesti fisici, tra cui gli abbracci. Gli abbracci di Michele mancheranno a tantissime persone. Ma forse, invece di soffermarci su quello che non potremmo più avere potremmo far tesoro di quello che abbiamo avuto. Magari così, dando ciò che abbiamo ricevuto, potremmo imparare noi a dare abbracci che possano cambiare la vita della persone, così come Michele (Padre Ludovico), ha fatto con noi.
Nel desiderio di essere abbracciata, desiderio dai contorni sempre più sfumati ed eterni, ti posso scrivere solo due righe.



Abbracciami
nell’intimità del tuo cuore
abbracciami
nelle pieghe del mio dolore
nelle gioie dei miei traguardi
abbracciami nel tempio della tua accoglienza

Il tuo abbraccio
sarà per me protezione di un grembo materno
i nostri cuori uniti
impareranno a librarsi insieme
in una mistica danza
Sarà l’albore di due nuove vite.

Hayat Francesca Palumbo in memoria di Michele Fazzone....Padre Ludovico o.f.m. 




Per approfondimenti e curiosità 

(1)  effetti fisiologici dell'abbraccio
https://elenacaparellopsicologa.wordpress.com/2017/03/02/ecco-spiegato-leffetto-dellabbraccio/


(2) L'abbraccio di piazza san Pietro. http://www.specchioromano.it/fondamentali/Lespigolature/2005/Aprile%202005/Il%20colonnato%20di%20San%20Pietro,%20un%20abbraccio%20di%20fede%20e%20arte.htm