venerdì 18 marzo 2016

Chi sono Io


Mi presento. Il mio primo nome è Hayat. In arabo significa Vita. Pochi eletti mi chiamano con il mio primo nome. Per gli altri sono Francesca. Sui documenti sono Hayat Francesca Palumbo.
Ho vissuto in Algeria fino agli otto anni, in un clima di semplicità (obbligata), spensieratezza e incontri speciali che sono stati fondamenta della mia vita. 
Da piccola volevo fare la scrittrice. Volevo fare anche la paleontologa. Non avevo minimamente idea di cosa fosse ma amavo il suono ridondante di questa parola. In seguito ero convinta che avrei fatto l'antropologa, forse anticipando il grande amore che, nonostante tutto, nutro ancora per il genere umano e le sue radici. 
Ho compiuto studi scientifici presso la scuola francese immersa in un ambiente multilinguistico e multiculturale.
E non potevo fare altro che la facoltà di biologia seguendo la traccia "nomen omen".
La mia laurea è una delle poche cose di cui vado veramente fiera anche perché l'anno prima della tesi volevo mollare tutto. Le cose migliori della mia vita hanno questo leitmotiv.
Dopo la laurea sono riuscita ad entrare nella famigerata Ssis per poter conseguire l'abilitazione all'insegnamento. Il mio obiettivo di allora? Instillare alle nuove generazioni l'amore per la vita usando il cavallo di Troia della biologia. 
Così era stato per me durante i miei studi universitari. Sfido chiunque a studiare un libro di istologia o citologia senza commuoversi per la perfezione del microcosmo di cui siamo fatti. Lo scontro con la realtà è stato impegnativo. Ma oltre a far volare i banchi e minacciare i professori, ho sempre pensato che i ragazzi siano capaci di grandi cose...basta trovare la giusta strategia per  tirarle fuori.  Per una scommessa con una mia cara amica sono riuscita a entrare nel corso di specializzazione per il sostegno. Ancora ricordo il dialogo scanzonato in un clima  di allegra pseudo-competizione con il qule decidemmo di fare domanda: "A Francè, c'è questo bando per titoli...Scommettiamo che ci rientriamo? " " A Stefà... Chettedevodì...Famolo... Vediamo chi si colloca più in alto...". Rientrate tutte e due. Ovviamente tra i primi posti. E si è aperto un mondo a me sconosciuto. Il mondo del sostegno scolastico. Un mondo difficile, contraddittorio, conflittuale. Un mondo dove se non sei più che equilibrata rischi di spezzarti sotto il peso della sofferenza inevitabile che ti circonda e l'indifferenza ottusa di colleghi che non riescono proprio ad affrontare la realtà umana dell'handicap. E ti prosciughi senza accorgertene, facendo la fine della rana bollita. Ma nonostante tutto è il mestiere più bello. Finché reggo spero di farlo il meno peggio possibile. Oltre il lavoro cerco di tener su la mia famigliola. Ho una famiglia essenziale. Io e il mio sposo. Sposati da quasi 7 anni, abbiamo avuto un inizio traumatico e un proseguimento ancor più conflittuale. Ma ci siamo ancora. Allegramente e tenacemente. Non solo per amore ma anche, detta alla romana "pe' tigna", con la fiera determinazione di due segni con le corna. Un toro e un ariete non possono far altro che scornarsi. Ma in quanto a determinazione mio marito non ha pari. Dario è un mostro di tenacia e testardaggine, oltre che essere un giocatore di scacchi. Mi ha conquistata così, con un gioco strategico durato anni tra i miei proclami di non luogo a procedere e i suoi di perseveranza a prescindere. Siamo due teste particolari piene di contraddizioni, limiti e difetti. Ma la cosa che ci unisce è la buona volontà nel migliorare.
Contrariamente alla Cirinnà (consentitemi la battuta), noi non abbiamo figli non umani.
Non riusciamo proprio a fare nostra la compensazione affettiva di cani, gatti e similari. L'amore che ti può dare un essere umano è insostituibile e non ci sono surrogati che tengano. Dario con estrema autoironia dice, sempre scherzando, che in casa abbiamo già il nostro zoo, tutto concentrato in una persona: lui! A volte orso, a volte scimmione, a volte cinghiale, a volte ippopotamo (soprattutto quando si lava in bagno). Ci divertiamo con poco: nomignoli e battute scherzose. Frequentiamo persone rigorosamente umane e la nostra casa è frequentata da amici, famiglie, bimbi e anziani, ricordando le radici della mia famiglia di origine, numerosissima. Non c'è vita senza relazione, comunicazione e condivisione. E noi siamo sempre pronti ad aprirci. Ma a una sola condizione ferrea: che ci sia sempre in massimo rispetto nei rapporti senza ingerenze affettive o prosciugamenti emotivi. Una delle nostre sfide più importanti: costruire rapporti equilibrati e costruttivi, nei quali si possano condividere e comunicare chiavi che portano alla crescita e alla scoperta della bellezza della vita. Il resto lo scoprirete strada facendo.

Foto con maglietta "Who am I" gentilmente concessa dallo studio fotografico "Nuvola Bionda".

2 commenti:

  1. Wow. Francesca che dire se non GRAZIE di questa splendida testimonianza di Vita che è peraltro un ottimo spunto di riflessione su come la semplicità (che credo fermamente sia una prerogativa di Dio) porti alla gioia nel quotidiano sia per le grandi cose come nelle piccole e vi auguro che questa gioia sia piena!

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  2. Wow. Francesca che dire se non GRAZIE di questa splendida testimonianza di Vita che è peraltro un ottimo spunto di riflessione su come la semplicità (che credo fermamente sia una prerogativa di Dio) porti alla gioia nel quotidiano sia per le grandi cose come nelle piccole e vi auguro che questa gioia sia piena!

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